Profilo del sacerdote musicista di Gonnesa
Pietro Allori (Gonnesa, 1925 – Iglesias,
1985), sacerdote e musicista sardo, è stato maestro di cappella della
cattedrale di Iglesias dal 1955 al 1985. Nacque il 18 maggio 1925 a Gonnesa,
piccolo centro nella Sardegna sud-occidentale a vocazione mineraria,
attualmente in provincia di Carbonia – Iglesias. Ultimo di sei figli di Ranieri
Allori, capocantiere in miniera, Pietro Allori studiò nel seminario regionale
di Cuglieri. Divenuto sacerdote nel 1951, fu viceparroco a Gonnesa fino al
1954. Trasferitosi in seguito nella vicina Iglesias (ove restò fino alla sua
morte, sopravvenuta il 31 marzo 1985), vi divenne nel 1955 maestro di cappella
della cattedrale. Nominato canonico nel 1966, don Pietro Allori svolse, accanto
alle mansioni di responsabile della musica liturgica della cattedrale di S.
Chiara a Iglesias, il compito di vicecancelliere presso la curia di questa
stessa diocesi.
Don Allori si era dedicato sin da
giovanissimo allo studio della musica, con particolare attenzione per il canto
gregoriano, che diverrà l’autentica fonte della sua ispirazione artistica di
compositore. Durante gli anni del seminario studiò intensamente il Clavicembalo
ben temperato di Johann Sebastian Bach. Pur se dotato di notevolissime
qualità e di una grande facilità di lettura, mentre ancora completava gli studi
di teologia, Allori sentì il bisogno di approfondire le proprie conoscenze
musicali sotto la guida di specialisti. Studiò perciò composizione per
corrispondenza con i maestri Alessandro Esposito e Rodolfo Cicionesi
del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, e polifonia antica con il
maestro Amerigo Bortone del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.
Ha composto 27 messe e oltre
800 composizioni vocali: mottetti e responsori destinati al servizio liturgico
della cattedrale, principalmente, ma anche brani didattici e ricreativi, e
qualche centinaia di brani per organo, pianoforte o chitarra. La sua produzione
strumentale nasce all’interno di quella attività didattica che don Allori ha
dedicato con molta passione ad allievi di ogni età.
Il catalogo completo dell’opera di don
Pietro Allori “Composizioni musicali” (Catalogo) è stato pubblicato dall’I.S.U.
dell’Università Cattolica di Milano nel 2006. Tutti i manoscritti originali
sono stati donati nel 2007 dalla sorella del sacerdote alla Diocesi di
Iglesias, che ne è divenuta depositaria con l’intenzione di consentirne nel
tempo la valorizzazione.
Il Coro dell’Università
Cattolica, sin dalla fondazione – ottobre 1977 – ha sempre cantato in liturgia
e nei concerti-meditazione le composizioni di don Allori nella Basilica di S.
Ambrogio e presso la Cappella Sacro Cuore dell’Università Cattolica di Milano,
e, lo stesso don Allori, a partire dal 1978, ha creato un vasto repertorio
di canti polifonici pensati e destinati alle liturgie accademiche in S.
Ambrogio. Oggi è l’Archivio musicale dell’Angelo di piazza S.
Ambrogio di Milano a curare la pubblicazione a stampa di questo repertorio.
Le composizioni corali
liturgiche. Qui il repertorio è vastissimo. I testi musicati da Allori sono
tratti soprattutto dalla liturgia: sono brani liturgici desunti dalle parti
proprie della Messa (introito, graduale, offertorio) oppure anche dal Breviario
latino (antifone, inni, versetti, responsori). Al fondo di questi testi sta
sempre la Sacra Scrittura, perché essi sono per lo più libere elaborazioni di
passi biblici. In questo senso don Pietro, come musicista di Chiesa, si è
sempre posto a servizio della liturgia e del mistero cristiano in essa
celebrato. Si sente nella sue composizioni tutta la sua passione e
l’assimilazione profonda dei misteri della vita terrena di Cristo (nascita,
passione, morte, risurrezione): mentre la celebrazione del Natale ha
inevitabilmente aspetti devozionali molto legati alle varie tradizioni
popolari, la grande festa di Pasqua, in particolare tutta la liturgia della
Settimana Santa, appare rigorosamente celebrata in senso liturgico: con i vari
responsori della feria V in Coena Domini e della feria VI in Passione Domini e
molte antifone e responsori in Tempore Passioni, et in Triduo Sacro, tra cui O
bone Jesu, Stabat Mater, Jesu Christe, Popule meus, Crucem tuam adoramus, O vos
omnes, Tenebrae factae sunt, O crux ave, Pater si vis, Tristis est anima mea,
In monte Oliveti, O Domine Jesu Christe, Eripe me, Ubi caritas, Unus ex
discipulis meis, Caligaverunt oculi mei. Oltre a queste composizioni
propriamente liturgiche, si devono ricordare le Ventisette laudi al Crocifisso
(1979), Le sette parole di N.S.G.C. in croce del 1980, in polifonia pura a 4
voci, Le sette parole di N.S.G.C. in croce del 1983 a 4 voci per soli e coro.
Questa insistenza sui temi
della passione e, più in generale, della passione e risurrezione di Cristo,
dice l’assimilazione profonda a livello di preghiera e di contemplazione cui
giunse il sacerdote-musicista Pietro Allori. Illuminato dalla parola di Dio,
preso dalla narrazione evangelica, don Pietro è tutto centrato nella passione
di Cristo, intendendo in essa il gesto supremo di fedeltà da parte di Dio alle
sue creature: creature amate da Dio fino a perdere se stesso nel proprio
Figlio, costituito principio di risurrezione per tutti coloro che lo accolgono
tramite la fede e l’amore, nella propria vita.
Dalla Lettera di Wilhelm
Krumbach a don Allori
(Risposta alla dedica del
Responsorio “Christus factus est” a 4 voci miste)
Caro don Allori, […]la sua
musica si trova a distanza siderale da tutto ciò che oggi passa per “moderno”.
E nonostante ciò, è molto vicina alla nostra epoca e agli uomini del nostro
tempo; essa ci parla direttamente al cuore, senza mediazioni, come una parte
della lode a Dio, e a Cristo, che da duemila anni risuona nelle nostre chiese;
essa risplende di atemporalità e di eternità e non deve tener conto delle mode
passeggere poiché essa dà l’impressione dell’eterna verità della fede. La sua
musica ci parla in una lingua che nella sua classica semplicità penetra
direttamente il cuore umano, grazie all’immediatezza conferitale dalla Parola
divina; essa non ha bisogno di prolisse spiegazioni: la sua grande ricchezza è
visibile e sperimentabile attraverso le sue alte qualità di forma e struttura
(Wilhelm Krumbach, 1984)
Ecco cosa scrisse Don Sandro Bianchi,
prevosto emerito di Carate Brianza, al nipote di Don Pietro, Angelo Rosso, poco
dopo la morte del sacerdote di Iglesias in occasione della commemorazione in
Università Cattolica:
“PARROCCHIA
PREPOSITURALE-S.S. AMBROGIO E SIMPLICIANO CARATE BRIANZA - Diocesi di Milano-21
aprile 1985
Egregio e caro
Professore,
Mi ritrovi tra
coloro che oggi verranno, attorno a Lei, a commemorare il Maestro Don Pietro
Allori.
Il primo
sentimento che voglio esprimerLe è quello di tanta tristezza per la scomparsa
terrena di un Sacerdote, grande di umiltà e di interiore luce e capacita
artistica.
E proprio
dall’incontro di queste qualità sono nate quelle sue melodie distruggente
bellezza che penetrano il cuore e lo mettono in ammirazione e preghiera.
Oggi canterete
piangendo e godendo perché domineranno insieme la malinconia di non vederlo, e
la certezza della sua vicinanza che quasi prenderà voce nella vostra voce, e le
cose che Egli ha scritto vi saranno soavissime come venissero ormai da altre
"frontiere" dove la sua fede è diventata visione felice.
Rinnovo l’espressione
della mia simpatia e invoco dal Signore grazia e benedizione.
Don Sandro
Bianchi"
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