venerdì 20 marzo 2015

Don Pietro Allori

Chi era il compositore a cui la Schola Cantorum di Carate dedica il Concerto di Lunedì 30 marzo.



Profilo del sacerdote musicista di Gonnesa
Pietro Allori (Gonnesa, 1925 – Iglesias, 1985), sacerdote e musicista sardo, è stato maestro di cappella della cattedrale di Iglesias dal 1955 al 1985. Nacque il 18 maggio 1925 a Gonnesa, piccolo centro nella Sardegna sud-occidentale a vocazione mineraria, attualmente in provincia di Carbonia – Iglesias. Ultimo di sei figli di Ranieri Allori, capocantiere in miniera, Pietro Allori studiò nel seminario regionale di Cuglieri. Divenuto sacerdote nel 1951, fu viceparroco a Gonnesa fino al 1954. Trasferitosi in seguito nella vicina Iglesias (ove restò fino alla sua morte, sopravvenuta il 31 marzo 1985), vi divenne nel 1955 maestro di cappella della cattedrale. Nominato canonico nel 1966, don Pietro Allori svolse, accanto alle mansioni di responsabile della musica liturgica della cattedrale di S. Chiara a Iglesias, il compito di vicecancelliere presso la curia di questa stessa diocesi.
Don Allori si era dedicato sin da giovanissimo allo studio della musica, con particolare attenzione per il canto gregoriano, che diverrà l’autentica fonte della sua ispirazione artistica di compositore. Durante gli anni del seminario studiò intensamente il Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach. Pur se dotato di notevolissime qualità e di una grande facilità di lettura, mentre ancora completava gli studi di teologia, Allori sentì il bisogno di approfondire le proprie conoscenze musicali sotto la guida di specialisti. Studiò perciò composizione per corrispondenza con i maestri Alessandro  Esposito e Rodolfo Cicionesi del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, e polifonia antica con il maestro Amerigo Bortone del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.
Ha composto 27  messe e oltre 800 composizioni vocali: mottetti e responsori destinati al servizio liturgico della cattedrale, principalmente, ma anche brani didattici e ricreativi, e qualche centinaia di brani per organo, pianoforte o chitarra. La sua produzione strumentale nasce all’interno di quella attività didattica che don Allori ha dedicato con molta passione ad allievi di ogni età.
Il catalogo completo dell’opera di don Pietro Allori “Composizioni musicali” (Catalogo) è stato pubblicato dall’I.S.U. dell’Università Cattolica di Milano nel 2006. Tutti i manoscritti originali sono stati donati nel 2007 dalla sorella del sacerdote alla Diocesi di Iglesias, che ne è divenuta depositaria con l’intenzione di consentirne nel tempo la valorizzazione.
Il Coro dell’Università Cattolica, sin dalla fondazione – ottobre 1977 – ha sempre cantato in liturgia e nei concerti-meditazione le composizioni di don Allori nella Basilica di S. Ambrogio e presso la Cappella Sacro Cuore dell’Università Cattolica di Milano, e, lo stesso don Allori, a partire dal 1978, ha creato un vasto  repertorio di canti polifonici pensati e destinati alle liturgie accademiche in S. Ambrogio. Oggi  è l’Archivio musicale dell’Angelo di piazza S. Ambrogio di Milano a curare la pubblicazione a stampa di questo repertorio.


Le composizioni corali liturgiche. Qui il repertorio è vastissimo. I testi musicati da Allori sono tratti soprattutto dalla liturgia: sono brani liturgici desunti dalle parti proprie della Messa (introito, graduale, offertorio) oppure anche dal Breviario latino (antifone, inni, versetti, responsori). Al fondo di questi testi sta sempre la Sacra Scrittura, perché essi sono per lo più libere elaborazioni di passi biblici. In questo senso don Pietro, come musicista di Chiesa, si è sempre posto a servizio della liturgia e del mistero cristiano in essa celebrato. Si sente nella sue composizioni tutta la sua passione e l’assimilazione profonda dei misteri della vita terrena di Cristo (nascita, passione, morte, risurrezione): mentre la celebrazione del Natale ha inevitabilmente aspetti devozionali molto legati alle varie tradizioni popolari, la grande festa di Pasqua, in particolare tutta la liturgia della Settimana Santa, appare rigorosamente celebrata in senso liturgico: con i vari responsori della feria V in Coena Domini e della feria VI in Passione Domini e molte antifone e responsori in Tempore Passioni, et in Triduo Sacro, tra cui O bone Jesu, Stabat Mater, Jesu Christe, Popule meus, Crucem tuam adoramus, O vos omnes, Tenebrae factae sunt, O crux ave, Pater si vis, Tristis est anima mea, In monte Oliveti, O Domine Jesu Christe, Eripe me, Ubi caritas, Unus ex discipulis meis, Caligaverunt oculi mei. Oltre a queste composizioni propriamente liturgiche, si devono ricordare le Ventisette laudi al Crocifisso (1979), Le sette parole di N.S.G.C. in croce del 1980, in polifonia pura a 4 voci, Le sette parole di N.S.G.C. in croce del 1983 a 4 voci per soli e coro.
Questa insistenza sui temi della passione e, più in generale, della passione e risurrezione di Cristo, dice l’assimilazione profonda a livello di preghiera e di contemplazione cui giunse il sacerdote-musicista Pietro Allori. Illuminato dalla parola di Dio, preso dalla narrazione evangelica, don Pietro è tutto centrato nella passione di Cristo, intendendo in essa il gesto supremo di fedeltà da parte di Dio alle sue creature: creature amate da Dio fino a perdere se stesso nel proprio Figlio, costituito principio di risurrezione per tutti coloro che lo accolgono tramite la fede e l’amore, nella propria vita.


Dalla Lettera di Wilhelm Krumbach a don Allori
(Risposta alla dedica del Responsorio “Christus factus est” a 4 voci miste)
Caro don Allori, […]la sua musica si trova a distanza siderale da tutto ciò che oggi passa per “moderno”. E nonostante ciò, è molto vicina alla nostra epoca e agli uomini del nostro tempo; essa ci parla direttamente al cuore, senza mediazioni, come una parte della lode a Dio, e a Cristo, che da duemila anni risuona nelle nostre chiese; essa risplende di atemporalità e di eternità e non deve tener conto delle mode passeggere poiché essa dà l’impressione dell’eterna verità della fede. La sua musica ci parla in una lingua che nella sua classica semplicità penetra direttamente il cuore umano, grazie all’immediatezza conferitale dalla Parola divina; essa non ha bisogno di prolisse spiegazioni: la sua grande ricchezza è visibile e sperimentabile attraverso le sue alte qualità di forma e struttura
(Wilhelm Krumbach, 1984)

La caratteristica firma 


Ecco cosa scrisse Don Sandro Bianchi, prevosto emerito di Carate Brianza, al nipote di Don Pietro, Angelo Rosso, poco dopo la morte del sacerdote di Iglesias in occasione della commemorazione in Università Cattolica:
“PARROCCHIA PREPOSITURALE-S.S. AMBROGIO E SIMPLICIANO CARATE BRIANZA - Diocesi di Milano-21 aprile 1985
Egregio e caro Professore,
Mi ritrovi tra coloro che oggi verranno, attorno a Lei, a commemorare il Maestro Don Pietro Allori.
Il primo sentimento che voglio esprimerLe è quello di tanta tristezza per la scomparsa terrena di un Sacerdote, grande di umiltà e di interiore luce e capacita artistica.
E proprio dall’incontro di queste qualità sono nate quelle sue melodie distruggente bellezza che penetrano il cuore e lo mettono in ammirazione e preghiera.
Oggi canterete piangendo e godendo perché domineranno insieme la malinconia di non vederlo, e la certezza della sua vicinanza che quasi prenderà voce nella vostra voce, e le cose che Egli ha scritto vi saranno soavissime come venissero ormai da altre "frontiere" dove la sua fede è diventata visione felice.
Rinnovo l’espressione della mia simpatia e invoco dal Signore grazia e benedizione.
Don Sandro Bianchi"

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